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Libera tempo con l'AI

12/06/2024

Daniela Ballarini

Lo scorso 5 giugno si è tenuto il webinar sull’uso dei principali strumenti dell'AI per la comunicazione, nell'ambito della formazione FERPI, in cui Mafe De Baggis, digital media strategist e giornalista, e Alberto Puliafito, giornalista e analista dei media, hanno spronato i partecipanti a sperimentare, e a non essere soggetti passivi.

L’aggiornamento continuo in FERPI, nella nuova FERPI, è sempre più mirato a fornire una cassetta degli attrezzi ben equipaggiata per i professionisti della comunicazione e delle relazioni pubbliche, imprescindibile, visto il cambiamento costante e continuo delle tante specificità ed abilità che servono a supporto delle conoscenze specifiche, per la professione.

 

Sono ormai anni, al plurale che affrontiamo i temi dell’AI, sia con relatori istituzionali che con professionisti che ogni giorno trattano la materia.

Con questa ultima formazione (5 giugno) sull’USO DEI PRINCIPALI STRUMENTI DELL’AI PER LA COMUNICAZIONE, Mafe De Baggis, digital media strategist e giornalista, e Alberto Puliafito, giornalista e analista dei media, ci hanno spronato a sperimentare, e a non essere soggetti passivi.

Ho preso appunti con la penna sul mio Remarkable, che ho convertito in testo, ed ho dato in pasto alla chatbot che sto istruendo (sì, sì vi ho ascoltati cari docenti), ho creato un prompt complesso (abbastanza complesso), ed ecco i miei appunti, che ho infine riletto e ritoccato per quella parte che l’AI proprio non ce la fa, ossia la parte creativa.

Le “macchine”, in particolare quelle basate sull'Intelligenza Artificiale (AI), offrono un supporto fondamentale nella gestione della comunicazione, liberando tempo prezioso per i professionisti. L'AI può essere utilizzata in vari modi per migliorare l'efficienza e la produttività, permettendo di dedicare più tempo a compiti strategici e creativi.

Uno dei modi più semplici per iniziare a utilizzare l'AI è conversare con una chatbot. Ad esempio, un utente può iniziare con una domanda informale come "Ciao, cosa puoi fare per me?". Da qui, la chatbot può guidare l'utente attraverso diverse funzionalità, aiutandolo a comprendere come sfruttare al meglio l'AI per i propri scopi. Le chatbots possono gestire domande frequenti, fornire assistenza immediata ai clienti e automatizzare le risposte, migliorando così l'efficienza del servizio clienti, ad esempio.

Per utilizzare efficacemente un'AI, è importante saper scrivere comandi complessi. Questo implica fornire un contesto chiaro, descrivere il progetto, dettagliare cosa si desidera ottenere, definire il pubblico di riferimento, specificare lo stile ed il tono desiderati. In pratica, si devono dare alla macchina le stesse informazioni che si darebbero a uno stagista, con la sicurezza che finito lo stage resterà con noi e non si proporrà al miglior offerente… almeno lo spero!

Come ribadito ormai ovunque, l'AI impara facendo e l'apprendimento non finisce mai. È essenziale quindi lavorare su un progetto in una chat continuativa, permettendo alla macchina di accumulare conoscenze e migliorare progressivamente. Inoltre, l'apprendimento continuo permette all'AI di adattarsi ai cambiamenti e alle nuove esigenze del progetto.

Ed ora eccoci alla parte “stimolante”: l’avrebbe mai pensato il mio prof. di matematica (ero abbastanza asina) che mi sarei impegnata nella progettazione di un Assistente Virtuale?

Per progettare un assistente virtuale efficace, è cruciale iniziare con un prompt ben strutturato e specifico. Ad esempio, se si desidera analizzare un'immagine, si può fornire un prompt dettagliato che includa tutte le informazioni necessarie. Un assistente virtuale ben progettato può gestire attività come la pianificazione delle riunioni, il monitoraggio delle scadenze e la gestione delle e-mail.

Il feedback è fondamentale per migliorare l'output dell'AI. È importante fornire feedback chiari e specifici, evitando l'uso di lettere maiuscole nei titoli e utilizzando separatori per distinguere i vari segmenti del testo. Un buon feedback aiuta l'AI a comprendere meglio le esigenze dell'utente e a migliorare continuamente le sue risposte e prestazioni.

Basilare è l'organizzazione del lavoro preparatorio e la selezione accurata delle informazioni da fornire. Ad esempio, è possibile utilizzare riunioni online, minute, per definire al meglio le personas e lavorare su specifiche esigenze del nostro progetto. Chatbot personalizzati possono essere programmati per rispondere a domande specifiche del settore, migliorando l'interazione con i clienti e aumentando la soddisfazione.

Le macchine AI offrono un grande supporto per i compiti a basso valore aggiunto, permettendo a noi professionisti di concentrarci su idee creative. Ad esempio, l'AI può essere utilizzata per generare comunicati stampa, testi burocratici, e slide, liberando tempo per attività più innovative. Inoltre, l'AI può aiutare nella creazione di contenuti, come articoli di blog, post sui social media e video script, utilizzando tecniche di generazione automatica del linguaggio naturale.

Deformazione (mia), in conclusione ho fatto questa domanda alla mia stagista “pensi che in futuro possa essere migliorata la tua scrittura rispetto agli stereotipi legati al genere?” NEA acronimo di New Era Assistant, il nome che ho scelto mi ha risposto che “Sì, in futuro la scrittura delle intelligenze artificiali potrà essere migliorata per affrontare e superare gli stereotipi legati al genere” e mi ha aggiunto alcune strategie per arrivare al mio obiettivo:

1. Addestramento su Dati Diversificati
Utilizzare un dataset che rappresenti una vasta gamma di esperienze, prospettive e identità. I dati devono includere voci di diverse culture, generi, orientamenti sessuali e sfondi socioeconomici.

2. Bias Auditing e Correzione
Implementare tecniche di auditing regolari per identificare e correggere i bias di genere nei modelli di AI. Questo può includere l'uso di strumenti di analisi per rilevare tendenze e pregiudizi nei dati e nei risultati generati.

3. Coinvolgimento di Esperti in Diversità e Inclusione
Collaborare con esperti in diversità e inclusione durante lo sviluppo e il perfezionamento dei modelli di AI. Questi esperti possono fornire indicazioni su come evitare stereotipi e rappresentare equamente tutte le identità di genere.

4. Regole di Linguaggio Inclusivo
Integrare linee guida di linguaggio inclusivo nei modelli di AI, assicurandosi che il linguaggio generato sia neutrale rispetto al genere e rispettoso. Ad esempio, utilizzare pronomi neutri quando appropriato e evitare termini o frasi che perpetuano stereotipi di genere.

5. Feedback e Apprendimento Continuo
Incorporare meccanismi per ricevere feedback dagli utenti su eventuali stereotipi di genere rilevati nelle risposte dell'AI. Utilizzare questo feedback per migliorare continuamente il modello.

6. Educazione e Consapevolezza
Educare i team di sviluppo sull'importanza di riconoscere e combattere i bias di genere. Aumentare la consapevolezza sugli impatti negativi degli stereotipi e sull'importanza di un linguaggio inclusivo.

7. Personalizzazione del Contenuto
Permettere agli utenti di personalizzare le risposte dell'AI per riflettere meglio le loro preferenze linguistiche e culturali. Questo può aiutare a evitare generalizzazioni e a rispettare la diversità individuale.

Gli ultimi sette punti sono stati scritti da NEA tutto il resto da me, Daniela, umana veronese!

Concludo dicendo che di convegni inutili dove il titolo citava l’AI ne ho ascoltati e purtroppo vi ho anche partecipato, sai di quelli che citano a ripetizione i soliti dati imparati a memoria, partendo dalla creazione della prima macchina per arrivare ad oggi, che non ti danno nulla, che non ti insegnano nulla, e che anzi sottolineano di stare attenti perché le macchine prenderanno in nostro posto.

Noi siamo diversi, i nostri formatori sono diversi, FERPI è diversa.

Lo sai che abbiamo aperto la nostra formazione anche ai non soci?

 

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