Comunicare la cultura significa comunicare un territorio, comunicare il valore di un luogo che racchiude una storia, un percorso, un’identità, valori, tradizioni. Una riflessione di Fabiana Callai.
Partendo dal territorio non possiamo non notare come il paesaggio sia una delle principali caratteristiche del nostro Paese e che di fatto va a legarsi strettamente alla cultura e alle sue manifestazioni storico-artistiche. Costituisce motivo di riflessione il fatto che, se tutto questo patrimonio artistico-culturale che è racchiuso nel nostro Paese venisse preservato e tutelato avremo un
turismo culturale più sviluppato tanto da poter essere considerato una
leva strategica di sviluppo dell’economia del nostro Paese.
Una comunicazione culturale rivolta quindi non solo agli addetti ai lavori, ma anche a chi alla cultura non si è mai avvicinato.
Sono le emozioni il volàno della cultura.
La
comunicazione emozionale trascina infatti il visitatore e/o spettatore a
vivere momenti della storia passata con pathos, alla scoperta di identità, valori, tradizioni come se stesse facendo un viaggio con una fantomatica macchina del tempo indietro nella storia. Lo spettatore e/o visitatore si sentirà quindi
coinvolto attivamente nell’osservazione dei beni culturali, attratto dalla cultura in generale che, non sentirà più fredda e distante perché facente parte di un lontano passato ma,
la vivrà, si emozionerà facendola propria.
Il territorio, i luoghi, le opere d’arte, i musei e tutte le manifestazioni storico – artistiche del nostro Paese sono prima di tutto
narrazioni che diventano turistico- attrattivi quando vengono raccontati e valorizzati. Quando ripercorrendo la storia,
scopriamo una cultura che ci emoziona, e
#torniamoadimmaginare “un’Italia che ha tutto il diritto di essere sognata”.