La nuova definizione di Rp: una concezione limitata della professione?
25/06/2009
Una definizione relativa alla sola componente comunicazionale della professione che, invece, dovrebbe considerarne la componente più strategica. Il commento di Emanuele Invernizzi alla definizione proposta da Valin, Flynn e Gregory.
Sono d’accordo con Toni Muzi Falconi quando sostiene che la definizione di relazioni pubbliche elaborata dai colleghi Valin, Flynn e Gregory è davvero molto importante. E’ così importante proprio perché la professione di relazioni pubbliche è in rapida evoluzione e quindi darne una nuova definizione significa individuare quei concetti che ne precisano gli attuali contenuti.
Dare, e condividere, una definizione è un’operazione utile che richiede una grande attenzione e precisione: se è vero che “le parole sono pietre” è anche vero che ogni parola della definizione deve essere scelta con estrema cura perché ognuna di esse esprime un concetto e una diversa sfumatura.
L’accentuazione di un termine quindi, o la sua mancanza, possono attribuire significati e contenuti molto diversi alla professione.
Sono anche d’accordo con Toni quando dice che vale la pena di aprire un dibattito fra di noi, raccogliere le opinioni di tutti coloro che avessero dubbi o non fossero d’accordo con la definizione proposta, con l’obiettivo di arrivare a una sua ratifica a una prossima riunione di FERPI. Forse vale la pena che anche noi si apra un wiki su questo? Valutiamolo, intanto ecco i miei commenti alla definizione proposta.
“Per relazioni pubbliche si intende la gestione strategica delle relazioni che esistono fra una organizzazione e i suoi diversi pubblici, attraverso la comunicazione, per raggiungere la comprensione reciproca, gli obiettivi organizzativi e servire l’interesse pubblico”.
Mi pare una buona definizione, molto sintetica (troppo?) che tuttavia si riferisce a una concezione limitata della professione, relativa alla sola componente comunicazionale della stessa. Anche nel congresso di Euprera di Milano sull’istituzionalizzazione è stata ribadita l’importanza della componente strategica che le RP/comunicazione stanno assumendo nel governo delle organizzazioni complesse.
Pertanto una definizione più rispondente agli attuali sviluppi della professione dovrebbe considerarne la componente più strategica, quella relativa alla partecipazione dei professionisti di RP/comunicazione ai processi decisionali sia a livello di comitato esecutivo sia a livello di funzione aziendale.
Infatti accanto ai ruoli ormai consolidati che consistono nell’analisi e interpretazione dei contesti nei quali l’impresa si muove, nell’attivazione di relazioni simmetriche con i principali stakeholder aziendali e nella diffusione dei valori guida e delle strategie aziendali, si afferma un ruolo sempre più presente nei processi decisionali operativi che hanno luogo nelle diverse funzioni aziendali.
Si tratta del contributo che il direttore della funzione comunicazione, e i professionisti della sua struttura, sono in grado e sono sempre più richiesti di dare alle decisioni relative ai singoli processi e prodotti aziendali.
Si tratta in altre parole della partecipazione a decisioni che riguardano l’operatività dell’azienda e che deriva dall’implicito e progressivo riconoscimento dell’importanza della componente comunicazionale insita in qualsiasi decisione aziendale.
Si può infatti sostenere che la comunicazione acquista una rilevanza centrale quando non è più limitata alla mera comunicazione per l’immagine, ma entra nei processi decisionali e produttivi dell’impresa sia di tipo strategico sia di tipo operativo ed è sempre più legata ai prodotti, alla costruzione delle loro caratteristiche e in definitiva alla loro qualità.
Non voglio concludere questa riflessione con una diversa proposta di definizione di RP. Mi piacerebbe eventualmente farlo dopo aver scambiato qualche idea con chi è interessato all’argomento.
Emanuele Invernizzi