La fierezza di essere relatori pubblici
04/02/2015
Le parole del Presidente, Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento al Quirinale hanno toccato alcune questioni che riguardano da vicino anche le Relazioni pubbliche. I temi dell’etica e del senso di responsabilità sono stati infatti al centro dell’ultimo World PR Forum di Madrid. La riflessione di Roberta Sciacca.
Il nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso d’insediamento al Quirinale ha toccato con grande chiarezza le problematiche del nostro tempo, non limitandosi all’esame delle questioni italiane, ma volgendo lo sguardo al panorama europeo e mondiale.
Nelle sue parole ho trovato diversi punti di contatto con quanto discusso al World PR Forum 2014 di Madrid, a cui ho partecipato come rappresentante del gruppo di lavoro Relazioni Internazionali di Ferpi.
Il Presidente Mattarella ha posto l’accento su alcune parole chiave: rispetto delle regole, coesione, assunzione di responsabilità, cambiamento.
Onorare la nostra Costituzione, così come l’osservanza delle “best practices” per le Rp è indice di appartenenza ad una società civile e va sempre attuato.
La responsabilità di “lavorare uniti per superare le difficoltà della crisi che ha messo a dura prova la tenuta del sistema produttivo”- come ha detto il Presidente -, si traduce nella domanda più volte ripetuta nelle sale del Forum su come le relazioni pubbliche, i comunicatori d’impresa possano e debbano intervenire al fine di dare un contributo fattivo all’incremento della nostra economia.
Qual è il ruolo di chi fa comunicazione politica e lobby (nel senso più sano del termine) al fine di orientare gli stakeholder ed ottenere risultati efficaci, trasparenti, egualitari?
Mattarella vede la necessità di “riforme istituzionali, economiche e sociali per rispondere efficacemente alle sfide che abbiamo di fronte”, trovando il coraggio dell’innovazione per competere sui mercati internazionali.
Per fare ciò, “è necessaria una tenace mobilitazione di tutte le risorse della società italiana, bisogna tornare alla politica come bene comune e patrimonio di tutti”.
Nell’opera di riavvicinamento delle istituzioni al popolo entrano in gioco le Rp, chiamate ad agire per uno scopo sociale, per creare coesione tra le comunità. I relatori pubblici hanno la grande responsabilità di portare avanti messaggi chiari, trasparenti, nel pieno rispetto delle regole comuni, facendosi portavoce delle esigenze e difficoltà di cittadini ed imprese, indicando la strada giusta per comunicare con le istituzioni e le multinazionali al fine di risolvere una crisi che non è più solo economica, ma dell’individuo.
E’ una crisi nella fiducia, ed è questa che va ricostruita: lo si può fare solo risvegliando il senso di responsabilità cui ognuno di noi è chiamato.
Le Rp ricoprono una posizione privilegiata da usare come una vera e propria missione.
Regole fondamentali: l’importanza delle notizie corrette, un’economia collaborativa, dare priorità alla comunità, non trascurare il potere dell’ascolto, monitorare la reputazione delle aziende.
Mattarella ha parlato di valore e di crisi come opportunità, al WPRF 2014 si è discusso di reputazione e talento: questa è la differenza nella comunicazione di oggi, questo è il segno del cambiamento.
Riporto la domanda centrale del WPRF di Madrid: cosa possiamo fare per guidare con coscienza?
Si dice che l’etica sia la parte più importante del nostro ruolo di relatori pubblici, ma spesso facciamo un lavoro tecnico ed orientato. Ecco, dunque, l’occasione per orientarlo correttamente.
E’ il momento del cambiamento (Presidente Mattarella), è il momento della trasformazione (Anne Gregory). Le Relazioni pubbliche hanno il potere e dovere di favorire l’integrazione sociale attraverso l’ascolto, individuando agende e creando resoconti condivisi e luoghi sicuri per il dialogo riguardo alle pressanti sfide di tutte le società.
Attuando con coscienza il potere della comunicazione, ogni professionista di Rp può imparare a servire meglio le organizzazioni, il che equivale a servire meglio la società.
Catturiamo la ricchezza delle esperienze di leadership in tutto il mondo, curiamole secondo le culture, le tematiche, le aree geografiche, nel rispetto delle scelte di ogni Paese e realizzeremo una vera “comunicazione con coscienza”, adempiendo così al nostro delicatissimo e fondamentale ruolo sociale.