Michela de Faveri
Si è svolta a Camporosso, la seconda edizione della rassegna letteraria CamporossoRacconta che, oltre a offrire tema e ospiti di grande rilievo, ha messo in luce la potente forza insita nelle relazioni.
Nell’estate degli eventi e delle rassegne culturali, vi racconto della mia esperienza diretta nell’evento CamporossoRacconta (23-25 agosto), rassegna letteraria creata e organizzata dalla collega e amica Ilaria Romanzin (FERPI Triveneto) che con Emily Menguzzato hanno dato forma ad un sogno: portare una Rassegna Letteraria in un luogo che, oltre alla meraviglia della natura, non si fregiava di particolari iniziative culturali: Camporosso.
Il territorio di cui parliamo è quello del tarvisiano in alto Friuli Venezia Giulia quasi ai confini di stato, luogo dove si incrociano tre culture diverse: quella tedesca, slovena e austriaca che qui convivono tranquillamente da centinaia di anni, creando un’atmosfera che riecheggia antichi fasti imperiali e cultura. Qui, dove le lingue si mescolano fluidamente, la Rassegna Letteraria creata lo scorso anno ha risvegliato l’animo di cittadini, autorità e turisti che non si sono persi un appuntamento.
Io e la collega e amica Anna Romanin (tutte e due di FERPI Triveneto) ci siamo rese disponibili ad aiutare Ilaria nella sua impresa. Anche questa è la forza di FERPI: le relazioni che si creano frequentando questa comunità e che diventano spesso amicizie e collaborazioni.
Ma torniamo a CamporossoRacconta: il programma era denso di nomi noti del giornalismo italiano: Paolo Aleotti (giornalista RAI è stato corrispondente dagli USA per 10 anni), Maria Cuffaro (giornalista RAI inviata di guerra); Fabio Biloslavo (giornalista per varie testate, inviato di guerra) e di autori locali e nazionali (tutto il programma lo trovate qui: https://camporossoracconta.com/i-nostri-ospiti) che ci hanno raccontato il loro personale viaggio il cui finale è il libro che presentavano. Il tema di CamporossoRacconta 2024 era infatti “Il Viaggio Insolito” come hanno raccontato Ilaria ed Emily,: un viaggio “declinato non solo nel suo significato letterale, bensì come metafora di crescita individuale, di scoperta, di sviluppo culturale, sociale e di conquista. La pubblicazione di un libro è solo l’atto finale di lungo percorso di ricerca, di comprensione, di introspezione ed è proprio questa parte del percorso che noi vorremmo emergesse nel corso delle conversazioni con gli autori, che diventano poi occasioni per allacciare relazioni e confronti”.
Quello che mi ha colpito in questo evento è stata l’atmosfera: ho visto una comunità mobilitata a sostenere il “loro” festival, un falegname del luogo costruire ed offrire senza che nessuno lo sapesse, la scritta Camporosso Racconta in legno di larice locale. Ho visto le autorità presenti ad ogni appuntamento e signore locali che davanti ai nostri occhi cucinavano i piatti tipici di questa zona addolcendo le serate di profumi e sapori. Ho visto come gli autori, entusiasti di partecipare, percepissero il valore della loro presenza in un simile contesto, che non rappresentava solo un momento di condivisione della cultura ma soprattutto la vicinanza ad una comunità in modo diretto e amicale.
Ilaria Romanzin ed Emily Menguzzato sono state davvero brave, perché partendo dalla loro passione per la lettura hanno saputo animare di contenuti, stimoli e bellezza, un’intera comunità.
Ecco CamporossoRacconta è stato tutto questo, ma è stato soprattutto la prova che la cultura, e la letteratura in modo particolare, avvicina gli animi, abbatte le difficoltà e dona stimoli nuovi e una diversa visione del mondo relativizzando le certezze e ponendoci tutti di fronte al dubbio instillando il sacro demone della curiosità.
E in tutto questo, per noi, ha rappresentato l’incomparabile forza dell’Amicizia e delle Relazioni.
Anche questa è FERPI!