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Anime in movimento

02/05/2023

Massimo Bustreo

L’emozione, fin dal suo etimo, muove il pensiero e il comportamento. Emerge dalla situazione presente: è una novità da vivere. Una vita di attività. Una forza affettiva che, unita alla memoria delle emozioni passate, condiziona espressioni e decisioni presenti e future. Così ogni nostra scelta è anticipata da un lavoro interiore di percezione. Per questo la ragione ha un lavoro arduo e difficile. Lo sostiene il Presidente del Comitato Scientifico di InspiringPR, Massimo Bustreo, commentando il tema dell'edizione 2023.

Nel mito della biga alata presente nel Fedro Platone racconta di un carro trainato da una coppia di cavalli. Quello bianco, simbolo delle forze spirituali (thymeidès), si dirige verso l’Iperuranio. Quello nero, simbolo delle forze concupiscibili (epithymetikòn), volge verso il mondo sensibile. A guidarli l’auriga, personificazione della parte razionale e intellettiva dell’anima (logistikòn). Questa ha il solo compito di condurli, senza potersi muovere in modo autonomo. E proprio per questo è forse più condotta che conducente.

Ecco l’emozione che muove il pensiero e il comportamento. Fin dal suo etimo che la fa derivare da émouvoir ‘mettere in movimento’, l’e-mozione è moto dell’animo. Ma è anche anima in movimento. L’emozione emerge dalla situazione presente: è una novità da vivere. Una vita di attività. Una forza affettiva che, unita alla memoria delle emozioni passate, condiziona espressioni e decisioni presenti e future. Così ogni nostra scelta è anticipata da un lavoro interiore di percezione: attivazione di un ricordo proveniente dal vissuto trascorso, formulazione di un’aspettativa futura e di una conseguenza prevista o auspicata, valutazione dell’oggetto e, infine, decisione e azione. Per questo la ragione ha un lavoro arduo e difficile nella condizione della sua guida: voleri emotivi che s’intrecciano a voleri razionali.

Attraverso le emozioni entriamo in relazione con il mondo. Con gli altri che lo popolano. E con noi stessi. Solo dopo tali incontri emotivi può seguire un percorso di valutazione più razionale. O forse solamente auspicabilmente più ragionevole. Perché i nostri comportamenti non sono né abbastanza saggi né abbastanza ignoranti, in un mondo che non è né completamente razionale né completamente assurdo, come diceva Pierre Aubenque. Ogni giorno proviamo differenti e complesse emozioni che condizionano i nostri comportamenti, spesso incoerenti e incongruenti. Le nostre valutazioni si basano più su sensazioni e intuito che su calcoli razionali e probabilistici. E le nostre decisioni sono quasi sempre liberamente obbligate.

Sono certo che i relatori della IX edizione di InspiringPR sapranno sciogliere le briglie, le trecce e i cavalli. Per condurci lungo esperienze, storie, dati, atmosfere, sfide e riflessioni capaci di lasciare il segno. Avrò ragione?

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