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Ma i media sono davvero responsabili della crisi?

09/01/2009

Una suggestiva analisi di Carlo Bastasin su Il Sole 24 Ore, con un breve commento di Toni Muzi Falconi.

Se volete leggere una analisi controcorrente, assai suggestiva e convincente, che smonta pezzo per pezzo il diffuso stereotipo che siano soprattutto i media ad alimentare questa crisi, l’articolo di Carlo Bastasin – uscito venerdì 9 su Il Sole 24 Ore – è prezioso e va attentamente centellinato.


Per chi ha potuto leggere Lo Specchio Infranto emerge chiaramente che, a differenza di altri Paesi, in Italia la relazione fra giornalisti e relatori pubblici è poco conflittuale.


Le spiegazioni possibili di questa ‘anomalia’ sono almeno due:


° le due professioni sono mature e consapevoli della reciproca dipendenza, pur nella rispettiva autonomia;


° i giornalisti sono così disponibili ad interpretare le argomentazioni dei relatori pubblici e degli interessi forti che solitamente rappresentano che non vi è alcun serio motivo per quella che altrove viene considerata una sana aggressività fra chi dovrebbe interpretare l’interesse generale e chi fa della propria professione la rappresentazione dell’interesse particolare.


Nelle ultime righe della sua analisi Bastasin conferma questa seconda interpretazione della anomalia rivelata dalla ricerca promossa da Ferpi e Assorel, e della quale si discuterà anche lunedì prossimo a Padova.


L’articolo di Bastasin spiega anche bene il concetto di dissonanza cognitiva, assai adottato nello sviluppo del nostro più recente corpo di conoscenze professionali e che meriterebbe assai maggior approfondimento: quando cioè
‘l’incertezza e la debolezza delle analisi sono tali che ognuno sente di navigare in un oceano privo di sponde e di approdi… quando il numero dei problemi supera quello delle soluzioni….si crea…(un fenomeno) che induce a negare i problemi o a irritarsi per gli allarmi… Così c’è chi trova quasi una consolazione nell’ignoranza e nel rifiuto della informazione’.


Tutto da leggere.


(tmf)
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