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La missione impossibile di Margaret Tutwiler (Queen Tut)

11/05/2004

A un anno esatto dal grido di vittoria lanciato da Bush "mission accomplished" e a soli quattro mesi dall'inizio del suo incarico si è dimessa Margaret Tutwiler, sottosegretaria di stato, il cui incarico era promuovere l'immagine dell'amministrazione Bush nel mondo musulmano.

La Tutwiler, che prima di accettare l'arduo incarico era ambasciatrice Usa in Marocco - dove si era guadagnata il soprannome di Queen Tut - si è arresa di fronte ai recenti scandali venuti alla luce negli ultimi giorni e di fronte al fallimento del tentativo di poter guidare l'informazione sulla guerra di liberazione/occupazione.I primi problemi di immagine erano sorti due settimane fa con le fotografie, vietate dal bando statunitense, delle salme dei soldati Usa che tornavano in madrepatria. Ma erano per lo più problemi interni, certo imbarazzanti visto il successivo fiorire di trasmissioni tv a riguardo; di tutt'altra portata invece le foto delle torture dei prigionieri iracheni ad opera dei carcerieri statunitensi. Come si fa infatti a spiegare agli arabi che la democrazia importata a forza dagli alleati comporta le stesse umilianti pratiche del peggior regime dittatoriale? Inoltre uno degli imperativi dell'amministrazione Bush era istituire delle emittenti che propagassero il verbo statunitense e "informassero" l'Irak e il mondo arabo-musulmano tutto. Così gli Usa hanno rilevato l'ex organo ufficiale di informazione del partito baa'th (battezzandolo prima Iraqi Media Network e successivamente Al Iraqiya) e hanno creato il nuovo canale Al Hurra, costato 100 milioni di dollari; ma gli ingenti finanziamenti non sono bastati a far scavalcare le due emittenti regine del mondo arabo: Al Jazeera e Al Arabiya. Sempre sul fronte media gli Usa hanno dovuto incassare un'altra cocente sconfitta: il direttore iracheno del quotidiano fondato dagli americani subito dopo aver conquistato Baghdad, Al Sabah, si è licenziato a causa delle pressioni e censure statunitensi a danno dei suoi redattori; e la redazione nella sua totalità ha preferito seguire il suo direttore e lavorare gratis pur di avere la necessaria libertà di stampa.Di fronte a tutti questi errori, uniti alla già problematica immagine che gli alleati hanno in Irak e al sostegno che l'amministrazione Bush continua a garantire all'altro nemico storico del mondo musulmano, il premier israeliano Ariel Sharon, neanche Queen Tut poteva fare nulla. Se non appunto dimettersi dall'incarico (con raro tempismo: tre giorni prima che le foto delle torture nelle carceri divenissero di pubblico dominio). Ora la Tutwiler si occuperà di ridare lustro alla reputazione del New York Stock Exchange (NYSE), compito arduo ma non impossibile, e ci si interroga su chi avrà il coraggio, o l'incoscienza, di sostituirla nella "mission impossible" di far digerire agli arabi il "Satana" a stelle e strisce. Tom Cruise?
Gabriele De Palma-Totem
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