Filippo Nani - Presidente FERPI
Il Premio per una rendicontazione trasparente, innovativa e responsabile ha confermato le sue caratteristiche distintive: autorevolezza, rigore e imparzialità.
L’Oscar di Bilancio ha spento le sue sessanta candeline venerdì scorso a Milano in una cerimonia che – nonostante le difficoltà di mobilità per la concomitanza con lo sciopero generale dei trasporti – è stata molto partecipata e particolarmente apprezzata da tutti i nostri stakeholder.
Un premio che da settant’anni promuove trasparenza, sostenibilità e innovazione nella rendicontazione e che anche in questa edizione ha confermato le sue caratteristiche distintive: autorevolezza, rigore e imparzialità.
Settant’anni fa, quando l’Oscar di Bilancio iniziava il suo percorso – è infatti del 1954 la prima edizione - i bilanci erano documenti polverosi e riservati a pochi addetti ai lavori.
Oggi, invece, sono diventati uno strumento di dialogo aperto, una lente attraverso cui osservare il valore che le organizzazioni portano alla società e al pianeta.
Una storia che racconta come sia cambiata la percezione del rapporto tra impresa e comunità e come la rendicontazione sia divenuta il linguaggio della fiducia, indispensabile per costruire un futuro sostenibile.
Nel percorso verso la cerimonia di venerdì scorso in Borsa a Milano, come l’anno scorso, e grazie al prezioso lavoro delle nostre delegazioni territoriali, abbiamo attraversato l’Italia con il nostro roadshow, partendo da Milano in Bocconi e poi toccando le città di Torino, Genova, Treviso, Bologna, Catania, Roma, fino alla tappa conclusiva di Napoli.
Un viaggio ricco di stimoli, testimonianze, punti di vista e riflessioni – abbiamo ospitato quasi un centinaio di speaker - che ci ha consentito di tastare il polso al dibattito sulla responsabilità sociale e sul valore della rendicontazione come dialogo con i propri stakeholder.
L’Oscar di Bilancio: una storia di visione e cambiamento
L’Oscar di Bilancio nasce nel 1954 grazie all’intuizione di Roberto Tremelloni, allora Presidente dell’Istituto per le Relazioni Pubbliche (IPR) e poi ministro delle Finanze.
L’obiettivo era chiaro: stimolare le aziende a migliorare la redazione e la presentazione del bilancio, trasformandolo da documento tecnico in uno strumento di dialogo con i propri stakeholder.
La visione pionieristica di Tremelloni includeva già allora l’importanza di comunicare il valore aziendale non solo agli azionisti, ma anche ai dipendenti, ai clienti, ai risparmiatori e alla società civile.
Sessant’anni di evoluzione
Dagli anni ’60, l’Oscar di Bilancio si è evoluto per rispondere ai cambiamenti del contesto economico e sociale. Nato per valutare i bilanci aziendali tradizionali, ha progressivamente ampliato il proprio focus, includendo la sostenibilità, la responsabilità sociale d’impresa e i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance).
Questo cambiamento riflette le trasformazioni che hanno attraversato il mondo economico negli ultimi decenni: le imprese sono chiamate oggi non solo a generare profitto, ma a farlo in modo coerente con i valori della sostenibilità, integrando nelle proprie strategie aspetti che riguardano il rispetto per l’ambiente, il benessere delle persone e la responsabilità verso i territori in cui operano.
I tre pilastri dell’Oscar di Bilancio
Come sottolineato sono tre i principi cardine guidano l’Oscar di Bilancio e lo distinguono dagli altri riconoscimenti:
1. Autorevolezza, grazie alla lunga tradizione e al coinvolgimento di esperti di alto profilo (14 associazioni partner – a cui va un grandissimo ringraziamento - che compongono le giurie delle varie categorie e che ogni anno coinvolgono quasi duecento esperti);
2. Rigore, garantito da un processo di valutazione meticoloso;
3. Imparzialità, che assicura un giudizio obiettivo e indipendente.
Un aspetto che rende l’Oscar di Bilancio davvero unico nel panorama italiano è la sua capacità di valutare e premiare tutte le tipologie di imprese e organizzazioni: dalle grandi aziende alle PMI, dagli enti pubblici alle associazioni no profit.
Una caratteristica unica, che ci consente di abbracciare la diversità del tessuto economico e sociale italiano, offrendo a ogni realtà l’opportunità di distinguersi per trasparenza e responsabilità e che hanno consentito al premio di mantenere la sua reputazione di eccellenza e di rappresentare un modello per la rendicontazione aziendale e di tutte le organizzazioni.
Un simbolo di modernità in un contesto che cambia
Celebrando sessant’anni, l’Oscar di Bilancio si dimostra più attuale che mai.
La nuova direttiva europea CSRD e l’attenzione crescente ai parametri ESG, l’ampliamento della platea di aziende e organizzazioni obbligate alla redazione del bilancio di sostenibilità, confermano l’importanza di una rendicontazione trasparente e responsabile.
E in questo contesto, l’Oscar si allinea anche agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, promuovendo pratiche che sostengono uno sviluppo sostenibile, inclusivo e rispettoso dell’ambiente.
Per noi di FERPI l’Agenda 2030 non rappresenta solo un impegno verso il progresso economico e ambientale, ma anche verso una comunicazione responsabile.
Come sottolineato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres lo scorso 24 giugno: “In un momento in cui miliardi di persone sono esposte a false narrazioni, distorsioni e menzogne, il mondo deve rispondere ai danni causati dalla diffusione dell'odio e delle fake news, sostenendo con forza i diritti umani”.
Questa dichiarazione è un invito urgente rivolto a governi, aziende tecnologiche e professionisti delle relazioni pubbliche a contrastare la disinformazione e promuovere fiducia e coesione sociale.
Proprio in questa direzione si inserisce l’appello della Global Alliance for Public Relations and Communication Management, che rappresenta oltre 360mila professionisti nel mondo. L’organizzazione propone l’introduzione di un nuovo obiettivo, l’SDG 18, dedicato a “garantire una comunicazione responsabile e promuovere la fiducia, il dialogo informato e la coesione sociale per sostenere lo sviluppo sostenibile”.
L’Oscar di Bilancio riflette appieno questi principi. Non solo valuta trasparenza e sostenibilità, ma promuove una visione della rendicontazione come strumento strategico per il dialogo con gli stakeholder e per il miglioramento continuo delle pratiche aziendali.
In sessant’anni, l’Oscar di Bilancio ha accompagnato e anticipato i grandi cambiamenti del nostro tempo, diventando un punto di riferimento per aziende e organizzazioni.
Oggi, più che mai, è un simbolo di coerenza e innovazione, pronto a guidare il futuro della rendicontazione verso nuove sfide e opportunità.
Un ringraziamento speciale va a tutte le persone, le aziende, le istituzioni e i partner che hanno contribuito a rendere possibile questo percorso: dalla fase iniziale ai risultati odierni, ogni traguardo raggiunto è frutto di un impegno condiviso.
Guardando al futuro, l’Oscar di Bilancio non è solo un riconoscimento, ma una chiamata all’azione per tutte le organizzazioni che credono nella trasparenza, nella sostenibilità e nell’innovazione come pilastri del progresso. Sessant’anni di storia ci insegnano che il cambiamento è possibile quando c’è una visione condivisa e il coraggio di evolversi.
Nel panorama complesso e interconnesso di oggi, il valore della rendicontazione non risiede solo nei numeri, ma nella capacità di raccontare il contributo che ogni organizzazione può dare a un futuro più giusto e sostenibile. L’Oscar di Bilancio ci ricorda che ogni bilancio è una storia, e ogni storia è un ponte verso la fiducia e il cambiamento.
Insieme, possiamo continuare a scrivere queste storie, trasformando le sfide di oggi nelle opportunità di domani.