Giuseppe de Lucia
La necessità di una regolamentazione formale delle attività di lobbying è quanto emerge dal sondaggio realizzato da The Good Lobby lo scorso anno, cui ha partecipato anche FERPI. Le proposte della Federazione, presente alla prima commissioni affari costituzionali della Camera dei deputati, possono aiutare gli operatori del settore e dell'opinione pubblica, fornendo una base solida per il dibattito e le azioni legislative future.
Lo scorso anno, come FERPI, abbiamo partecipato al sondaggio realizzato dall’organizzazione The Good Lobby, mirato ad ottenere un quadro completo dell'attività di rappresentanza di interessi in Italia. Lo scopo principale era valutare l'opinione degli operatori del settore sulla necessità di una regolamentazione formale dell’attività di lobbying nel Paese. I risultati di questo sondaggio, pubblicati qualche giorno fa, rivelano un dato inequivocabile: la necessità di un'azione legislativa per il riconoscimento e la regolazione delle attività di rappresentanza di interessi in Italia.
Uno dei risultati più significativi del sondaggio è emerso dal fatto che oltre il 75% dei partecipanti ha espresso il proprio favore verso l'istituzione di un registro unico e obbligatorio, da introdurre per legge. Questo risultato sottolinea la frustrazione riguardo alla frammentazione attuale, che vede diversi registri gestiti da diverse istituzioni: certamente un ostacolo significativo nell'efficace monitoraggio e trasparenza delle attività di lobbying nel Paese.
Tra i punti salienti dei risultati del sondaggio, si conferma la coerenza con le proposte avanzate dalla FERPI. Primo fra tutti, c'è un ampio consenso sulla necessità di regolare le attività di rappresentanza di interessi per tutte le organizzazioni, senza esclusioni di sorta. Inoltre, il registro obbligatorio è stato sostenuto dalla maggioranza dei partecipanti come strumento essenziale per garantire la trasparenza e l'equità nel processo decisionale politico, a patto che rappresenti un elemento di accesso e di reciprocità con il decisore.
Un altro aspetto significativo emerso dal sondaggio è la richiesta di applicare un periodo di "raffreddamento" tra l'uscita di un funzionario pubblico e l'ingresso in una posizione di lobbying, al fine di evitare conflitti di interesse e garantire la correttezza del processo decisionale. Questo fenomeno, spesso noto come "sliding doors", è stato identificato come una preoccupazione chiave che richiede attenzione.
Infine, una proposta che ha trovato consenso è l'affidamento del registro delle attività di lobbying a un ente terzo. FERPI ha sempre sostenuto che il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL), la casa dei corpi intermedi, fosse l’organismo idoneo per gestire il registro, garantendo così un'indipendenza e una supervisione efficace delle attività di lobbying.
In conclusione, i risultati del sondaggio confermano la necessità pressante di una regolamentazione formale delle attività di lobbying in Italia. Le proposte avanzate da FERPI, che abbiamo presentato alla prima commissioni affari costituzionali della Camera dei deputati durante l’indagine conoscitiva, sono soluzioni che possono aiutare ad affrontare le preoccupazioni e le aspettative degli operatori del settore e dell'opinione pubblica, fornendo una base solida per il dibattito e le azioni legislative future.