Antonio Cappella (*)
Perché sempre più affidabili, sempre più intuitivi, sempre più veloci, sempre più sorprendenti, ma quelli di Intelligenza Artificiale restano strumenti. Al servizio, non in sostituzione, delle Relazioni Pubbliche e della Comunicazione.
L’IA sta cambiando radicalmente il modo in cui le aziende e le organizzazioni comunicano con i loro pubblici, anzi cambia gli stessi bisogni delle aziende e delle organizzazioni, e questo è un fatto. Imparare a utilizzare nuovi strumenti e adattarsi ai nuovi modelli di comunicazione rispetto alla rapida evoluzione dell’Intelligenza Artificiale (IA) è una sfida cui i professionisti delle Pubbliche Relazioni non possono sottrarsi. Vediamo come, nel concreto, per almeno un paio di attività. Anche se il laboratorio è in fieri…
Tra le principali e più conosciute aree di impatto, l’analisi dei dati. L’IA può analizzare grandi quantità di informazioni provenienti dai social media e da altre fonti per identificare tendenze e modelli di comportamento dei consumatori. Dati che possono essere utilizzati per sviluppare strategie di comunicazione altamente mirate, basate su una comprensione più approfondita dei pubblici.
L’IA permette così la creazione di messaggi altamente personalizzati e mirati, utilizzando dati come la cronologia di acquisto dei clienti o le loro interazioni sui social media. Questo livello di personalizzazione è fondamentale per creare relazioni durature con il pubblico e migliorare l’efficacia delle campagne di comunicazione.
Ma l’IA permette soprattutto di automatizzare alcune mansioni ripetitive, che i Relatori Pubblici e i Comunicatori espletano quotidianamente, come l’invio di e-mail o la gestione delle risposte sui social media. Un’automazione che di fatto può lasciarli liberi di concentrarsi su attività più creative e strategiche, con l’IA ad occuparsi dei dettagli più operativi.
È certamente strategico, anche in questo campo, il ruolo di una formazione specializzata, con programmi specialistici, che, in tandem con la capacità delle persone di conservare o sviluppare una curiosità sempre viva e uno sguardo attento sulle nuove tecnologie e il loro sviluppo, permetterà a questa come alle altre categorie di professionisti di restare al passo e acquisire vantaggi nello sfruttamento di sempre nuove opportunità.
Fondamentale anche, oggi più di ieri, un approccio collaborativo e interfunzionale, all’interno delle imprese e delle organizzazioni, dell’area comunicazione con le altre aree aziendali, come il marketing e lo sviluppo di prodotto in azienda, per esempio. L’IA per sua natura richiede l’assieme, un approccio olistico alla comunicazione, e solo lavorando insieme si può ottenere il massimo dai nuovi strumenti e tecnologie.
Tutti i cambiamenti procurano in qualche misura shock e stravolgimenti in modelli organizzativi complessi e magari consolidati nel tempo. I cambiamenti sicuramente ultrarapidi di un settore in continua evoluzione, dei quali il lavoro di sistematizzazione del pensiero fa fatica a seguire il passo, non sono da meno. Anzi. Ma creano oggi come non mai delle grandi opportunità per la professione. Sta però a noi professionisti adattarsi, imparare, costantemente e continuamente se serve, ad usare il mezzo della Intelligenza Artificiale per migliorare creatività, efficienza e positivo impatto nella gestione delle Relazioni Pubbliche.
Chi scrive è assolutamente convinto che l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale alla professione dei Relatori Pubblici e dei Comunicatori non può e non potrà mai sostituire la relazione e lo scambio interpersonali che sono alla base di questo lavoro più che di altri, ma certamente può – e in prospettiva potrà in misura sempre maggiore – offrire a questa professione strumenti via via più sofisticati per il raggiungimento dei suoi obiettivi, traducendosi in un valore aggiunto per che se ne serve e in un vantaggio competitivo e di adeguamento autenticamente sostenibile alla vita della società da parte delle aziende e delle organizzazioni tali professionisti operano.