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Che fine ha fatto la comunicazione politica? Un incontro a Roma

25/10/2022

Mauro Covino

Che fine ha fatto la comunicazione politica? Tra astensionismo, liste bloccate, sondaggi immobili e dirette social, qual è il ruolo della comunicazione politica? A queste (e altre) domande hanno risposto i relatori dell'incontro dello scorso 19 novembre organizzato a Roma dalla Delegazione FERPI Lazio, come racconta il Delegato Regionale Mauro Covino.

Un incontro promosso da FERPI e dedicato ai professionisti per analizzare l’evoluzione della comunicazione politica e il ruolo del comunicatore alla luce della recente e inusuale campagna elettorale alle Politiche 2022. I risultati delle urne hanno confermato in maniera pressocché pedissequa i sondaggi relativi alle intenzioni di voto di due mesi fa, a ridosso della caduta di Governo. I vecchi mezzi di comunicazione, come i manifesti elettorali e i volantini (ricordate i “santini”?) hanno definitivamente lasciato spazio al real time marketing, alle dirette infinite, alle stories e ai video brevi di Tik Tok. Anche il racconto della campagna da parte dei media si è spostato verso le piattaforme digitali, sancito da un proliferare di newsletter e di podcast informativi e satirici.

E gli elettori hanno sempre di più un ruolo attivo nella reinterpretazione e decodifica dei messaggi e dei contenuti elettorali che, spesso, sono stati stravolti e ricollocati sugli assi di significato e significante attraverso popolari “meme”. Potrebbe sembrare, quindi, che due mesi di campagna elettorale non abbiano contribuito a cambiare le dinamiche del consenso. Oppure è un abbaglio, e la comunicazione politica ha consentito alla profezia dei sondaggisti di autoavverarsi, mobilitando alle urne un elettorato sempre più restio? Siamo spettatori di un processo epocale di ridefinizione della politica che si svela oggi per quello che è: prassi comunicativa incarnata da leader più o meno efficaci. Il “whatever it takes” di draghiana memoria ci fatto finalmente comprendere che l’atto politico è atto comunicativo per definizione e che i leader di oggi, se vogliono fare politica, devono conoscerne a fondo la natura comunicativa, pena l’irrilevanza. La recente tornata elettorale ha definitivamente sgombrato il campo da ogni dubbio: la campagna elettorale è solo una tappa del percorso, in alcuni casi finale, in altri iniziale, che politici e comunicatori percorrono insieme in quella che definiamo “comunicazione politica” ed è legata a doppio filo con la Politica con la “P” maiuscola. Fare comunicazione politica significa fare politica, generare idee e posizioni su cui far convergere il consenso necessario per attuarle.

Dunque, qual è oggi il ruolo della comunicazione della politica e a chi giova? Se politica e comunicazione sono due diversi modi di considerare lo stesso fenomeno, esistono buona e cattiva comunicazione e di conseguenza buona e cattiva politica? Qual è il ruolo dei professionisti? Quanto è lasciato alle capacità del candidato? Qual è il limite tra “fake news” e “promessa elettorale”? Quali sono i temi etici che si pone un comunicatore politico? 

E ancora, chi è il comunicatore politico? Il portavoce? L’ufficio stampa? Il social media manager? Lo spin doctor? Lo stratega? Il ghost writer? O tutto questo insieme? Come si sta evolvendo la sua figura? E quali competenze deve sviluppare? 

A queste (ed altre) domande hanno risposto i relatori coinvolti nel panel, professionisti della comunicazione politica, e coinvolti, a vario titolo, nella recente campagna elettorale. 

L’incontro si è svolto il 19 ottobre presso l’ASSOCIAZIONE “Per Roma” e dopo introduzione di Roberto Corbella, Segretario Generale di Per ROMA e di Mauro Covino, Delegato FERPI Lazio, moderati dal Consigliere Nazionale FERPI Vincenzo Manfredi, sono  intervenuti Pietro Raffa, Amministratore Delegato ed Head of Digital di MR & Associati in collegamento on line, Valentina di Leo, consulente di comunicazione e digital strategist, Alessio Postiglione, Giornalista e Direttore del Master in Political Marketing della Rome Business School, Martina Caroneconsulente in Youtrend e docente di analisi dei Media Università di Padova e infine Luigi Di Gregorio, Professore Aggregato di Scienza Politica presso l’Università di Viterbo.

In conclusione, si è ribadito - rispetto al pessimismo pre-incontro sul ruolo di questo professionista della Comunicazione - che esistono invece i presupposti per una modifica di questa attività a patto di un suo preciso e veloce allineamento con un contesto sociopolitico che cambia sempre più celermente.

 

 

 

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