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America, sponsorizzazioni zuccherose

24/05/2005

Un accordo tra la American Diabetes Association e la corporation di dolci e bevande Cadbury Schweppes scatena le proteste degli attivisti.

E' finito con l'essere un accordo un po' melenso, quello stretto recentemente tra il gruppo no-profit che tutela i diabetici in America (American Diabetes Association ADA) e il gigante dei dolci e delle bibite gassate Cadbury Schweppes. Da una parte infatti la corporation produttrice di Dr. Pepper finanzia generosamente i programmi educativi dell'associazione (2 milioni di dollari); dall'altra l'ADA concede alla multinazionale di utilizzare il proprio logo sulle sue bevande dietetiche.Ma - si chiedono vari attivisti pro-consumatori e usualmente poco teneri verso le grandi industrie - è giusto avallare col proprio marchio prodotti dal contenuto calorico ridotto se la stessa azienda produttrice campa su una miriade di dolciumi e drink zuccherati che insieme al resto del cosiddetto junk-food contribuiscono alla pandemia di obesità (e dunque di diabete) che affligge gli Stati Uniti?Il primo a puntare l'indice contro l'ADA è stato Gary Ruskin, di Consumer Alert, secondo il quale l'American Diabetes Association dovrebbe ribattezzarsi American Junk Food Association: "E cosa faranno ancora d'altro? Si metteranno a vendere barrette di cioccolata per conto della Mars?"A interrogarsi sono anche Russell Mokhiber e Robert Weissman dalle rispettive webzine, CorporateCrimeReporte.com e MultinationalMonitor.com. I quali estendono la critica a tutti gli intrecci, a loro dire pericolosi, tra industrie da un lato e associazioni per la tutela della salute e dei consumatori dall'altro: "le grandi corporation  - scrivono su Corp-Focus, ripreso da PR Watch -  stanno riversando molti soldi su questi gruppi [come la ADA, ndr]. Così che molto presto questi ultimi inizieranno ad avallare le posizioni delle corporazioni".Il rappresentante dell'ADA Richard Kahn, intervistato dalla stessa Corporate Crime Reporter, replica che il logo dell'associazione apparirà unicamente sui prodotti con un ridotto apporto calorico, e che comunque non si può incriminare lo zucchero di causare il diabete, provocato semmai da un regime alimentare complessivo. Le polemiche però non si placano, e sotto la scure degli attivisti finiscono anche l'American Heart Association e l'American Cancer Society, ritenute anchesse troppo accomodanti verso il big business.
Carola Frediani - Totem
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