Redazione
Mai come in questi anni il mondo dell'informazione e della comunicazione hanno subito cambiamenti rapidi e dirompenti. Ma mantenere un ecosistema della comunicazione e dell’informazione salubre è più che mai importante e richiede collaborazione tra comunicatori e giornalisti, come ricorda il Presidente FERPI, Filippo Nani, commentando la presentazione, nei giorni scorsi, del libro sulla “Storia illustrata del giornalismo italiano” di Giancarlo Tartaglia.
Nei giorni scorsi l’Ordine dei giornalisti ha presentato a Roma il libro sulla “Storia illustrata del giornalismo italiano” di Giancarlo Tartaglia (con il prezioso contributo dell’Ansa). Nella prefazione il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli scrive: “Stiamo assistendo attoniti e indifferenti a un radicale cambiamento dei meccanismi di diffusione della conoscenza. Stiamo rapidamente transitando da un sistema nel quale alcune migliaia di giornalisti decidevano con quali argomenti nutrire il dibattito pubblico, a un regime di assolutismo monarchico a livello planetario nel quale pochi centri decidono di cosa si deve discutere. Le grandi piattaforme, i gate keeper, i guardiani che regolano l’accesso dell’opinione pubblica mondiale all’informazione e alla disinformazione decidono, in assoluta autonomia e opacità, cosa può leggere, vedere, ascoltare la quasi totalità dell’opinione pubblica".
Parole che hanno riecheggiano un webinar promosso qualche mese fa dai nostri colleghi Luca Poma e Daniele Chieffi sul tema delle fake news e delle cosiddette “lavanderie reputazionali” che sfruttando la forza degli algoritmi sono in grado di plasmare e modificare l’opinione pubblica su qualsiasi argomento.
“Contrastare la diffusione delle fake news e contribuire a mantenere un ecosistema della comunicazione e dell’informazione salubre sono da sempre uno degli obiettivi e degli impegni della nostra Federazione – spiega il Presidente FERPI Filippo Nani - per questo su un tema così delicato credo che si possano trovare occasioni di convergenza e collaborazione tra noi comunicatori e il mondo dei giornalisti. Perché i valori etici e di responsabilità delle materie che entrambi maneggiamo (informazione e comunicazione) ci chiamano ad una sempre maggiore attenzione e consapevolezza del ruolo che svolgiamo su fronti diversi nei confronti della nostra società. Ce lo insegnano le vicende del passato recente e ce lo impongono soprattutto i rapidi e rivoluzionari cambiamenti che la tecnologia sta portando in ogni ambito della vita professionale, privata e pubblica di ciascuno di noi”.